Due anni fa è salito sul palco di Campus Party per raccontarsi e permettere ai campuseros di avvicinarsi ala sua realtà facendo comprendere il perché della sua scelta. Harbisson, riginario della Catalogna, è un compositore, visual artist e fotografo britannico affetto da una rara patologia, la Achromatopsia, che gli permette di vedere il mondo solo in una scala di grigi, senza colori. Se nei primi venti anni della sua vita ha accettato passivamente di vivere su una scala di grigi, vestendosi di bianco e nero e utilizzando, solo questi due colori, per dipingere, è nel 2003 che la sua vita comincia a prendere colore. Dopo aver assistito ad una conferenza cibernetica, cominciò a lavorare al progetto eyeborg: una telecamera/antenna montata sul suo indistinguibile caschetto biondo in grado di convertire i colori, percepiti sotto forma di vibrazioni, in suoni, secondo un algoritmo che associa colori ad alta frequenza a suoni con frequenza più alta e viceversa.
Anni fa lo paragonavano ai Google Glass. Poi i ragazzini mi chiedevano se fosse una versione particolare di selfie stick. La scorsa estate tutti mi cercavano di catturare: pensavano fossi un Pokémon
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